Siamo in Romagna, culla della frutticoltura di qualità e della produzione del seme ibrido.
L’incremento della moderna frutticoltura delle cultivar autosterili e la costante e continua richiesta da parte dei mercati di sementi ibride rendono le strategie di impollinazione, al pari delle pratiche agrarie di routine, un tassello insostituibile dell’economia dell’azienda.
In questo contesto anche l’apicoltura si è evoluta e alcuni dei nostri associati si sono sempre più specializzati nella fornitura di api per il servizio programmato di impollinazione guidata, anche perché molti operatori agricoli hanno riconosciuto la necessità di avere dei pronubi in azienda, per migliorare ed incrementare la produttività delle colture agricole.
Studi condotti dalla FAO dimostrano come l’apporto degli insetti impollinatori possa far aumentare la produttività media agricola del 24 %. Si calcola che a livello mondiale essi siano responsabili dell’impollinazione di più dell’75% di tutte le colture e di oltre il 90% delle piante selvatiche. Le soli api mellifere forniscono al settore agricolo europeo un contributo pari almeno a 22 miliardi di euro l’anno, ben superiore al valore economico dei prodotti apistici.
L’ape a causa dell’incremento di monocolture, l’utilizzo non razionale di pesticidi è uno dei pochi pronubi rimasti utili per l’impollinazione per la facile reperibilità degli alveari sul mercato, per il grande numero di bottinatrici disponibili, per la fedeltà di bottinamento.
Di solito le api vanno a raccogliere sulla fioritura più estesa (costanza fiorale) a meno che non vi siano nelle vicinanze fiori che, pur essendo presenti in minore quantità, abbiano un nettare con più alta concentrazione zuccherina.
Un’ape dalla mattina alla sera visita i fiori della stessa specie, garantendo l’allegagione dei semi e il miglioramento della germinabilità, mentre nei frutti aumenta il calibro e il contenuto degli zuccheri.
La buona riuscita dell’impollinazione presuppone la conoscenza delle principali abitudini delle api.
Passato il periodo invernale le api cominciano ad eseguire i primi voli nelle giornate soleggiate e nei momenti in cui la temperatura raggiunge i 10-12 gradi centigradi.
In condizioni naturali la ripresa dell’allevamento delle giovani larve arriva generalmente, nelle nostre zone, con le grosse fioriture dei frutteti.
Infatti il nettare e il polline sono gli alimenti delle api e in particolare il polline, alimento proteico delle giovani larve, non essendo di facile conservazione, deve essere raccolto in primavera sui primi fiori.
L’apicoltore che svolge il servizio di impollinazione dovrà sempre calcolare bene i tempi rispetto alle prime fioriture, per far sì che siano presenti un grande numero di bottinatrici al momento dell’antesi.
L’apicoltore può provocare una precoce ripresa dell’allevamento, fornendo alle proprie api un’alimentazione stimolante a base di candito o sciroppo zuccherino.
Conoscendo la biologia dell’ape e sapendo che l’ape regina depone uova “in proporzione al mangiare”, occorre stimolare la deposizione con alimentazione forzata, almeno 40-50 giorni prima della fioritura che interessa.
Questo perché dalla deposizione dell’uovo occorrono circa 20 giorni prima che nasca l’ape. I primi 15-20 giorni l’ape svolge lavori all’interno dell’alveare e gli ultimi 20 giorni di vita l’ape diventa bottinatrice e visita i fiori. Le bottinatrici quindi sono le api operaie più anziane che si occupano della raccolta del miele e del polline e rappresentano circa il 50 % delle 50.000-60.000 api presenti all’interno dell’alveare.
L’ape vola a temperature superiori a 10° e da studi risulta che l’80% dei fiori è recettivo (antesi) proprio alle stesse temperature e richiama i pronubi con l’emissione del nettare all’interno della corolla.
L’ape perciò riesce a individuare il momento migliore e funzionale per l’impollinazione, al contrario di altri impollinatori che iniziano a volare a temperature più basse, ma con i fiori che non sono ancora pronti (come ad esempio i bombi).
I fattori climatici che condizionano il buon esito l’impollinazione delle api sono diversi.
Per quanto riguarda i fiori, l’azione della pioggia, del vento e del gelo possono provocare modificazioni morfologiche o fisiologiche negative che rendono meno attrattivo il fiore e quindi meno visitato dalle api. Le modificazioni fisiologiche sono essenzialmente tre:
– grosse variazioni della concentrazione zuccherina del nettare
– Riduzione della quantità di deiscenza di polline da parte delle antere a causa dell’eccessiva umidità relativa o della temperatura troppo bassa
– Riduzione del lasso di tempo in cui l’impollinazione può portare alla fecondazione dell’ovulo.
Il cattivo tempo influisce negativamente anche sull’azione di bottinamento delle api. Il vento la limita di circa i 30% quando raggiunge i 25-30 Km/h. La velocità di volo delle api è circa la stessa.
Altri fattori climatici che limitano il bottinamento sono: la nuvolosità, la pioggia e i bruschi sbalzi di temperatura.
Per ottenere la massima efficacia del servizio di impollinazione occorre seguire alcuni accorgimenti tecnici:
- Gli alveari dovranno essere distribuiti in piccoli gruppi, perché in caso di cattivo tempo ( basse temperature, vento, piogge) le api non si allontano più di 100/200 m dall’alveare, mentre con alte temperature e in condizioni ottimali percorrono alcuni km. Nel caso in cui non si possano sistemare gli alveari nel centro della coltura e li si metta in zone esposte, conviene collocare le porte delle arnie in direzione sud-est. La vicinanza tra gli alveari ed i fiori favorisce la costanza fiorale; permette alle api di bottinare nei momenti più caldi delle giornate con temperature variabili e permette di aumentare il numero di visite per ogni fiore, perché è minore lo spazio percorso per raggiungerlo.
- Anticipare i trattamenti antiparassitari in pre – fioritura e non portare le api prima di 3-4 giorni dal trattamento,al fine di evitare intossicazioni o per l’uso di repellenti che disturbano o allontanano le api dai fiori. Non esistono trattamenti totalmente innocui perché nel momento che si interviene con l’atomizzatore le api che vengono bagnate o traumatizzate, cadono a terra e possono morire.
- Evitare di effettuare trattamenti in fioritura anche con prodotti considerati non tossici (es. anticrittogamici) onde evitare effetti indesiderati sui pronubi. Se indispensabili, effettuarli al tramonto, quando le api non frequentano i fiori.
- Essere consapevoli che non esistono prodotti in grado di garantire un efficace effetto repellente nei confronti delle api.
- In presenza di reti antigrandine, per non ostacolare l’attività dei pronubi, durante la fioritura mantenerle possibilmente raccolte.
- Prevedere un adeguato periodo di “carenza” tra l’esecuzione dei trattamenti nocivi per le api e l’inizio della fioritura, in relazione alle caratteristiche di tossicità e di persistenza dei prodotti
- Avvertire preventivamente l’apicoltore della necessità di effettuare un qualsivoglia trattamento sulla coltura o su quelle immediatamente limitrofe, indipendentemente dallo stato della fioritura.
- Valutare l’intensità delle fioriture e collocare le arnie con orientamento sud/sud est, quando vi è la presenza del 15-20% dei fiori aperti
- Se non si trovano fonti idriche nelle vicinanze del campo da impollinare è buona norma lasciare acqua a disposizione, in contenitori posti in vicinanza degli apiari.
- In presenza di fioriture spontanee nella coltura da impollinare, o nelle immediate vicinanze, sfalciarle all’inizio della fioritura da impollinare.
Per quanto riguarda il servizio di impollinazione in serra non sempre il microclima che si crea all’interno delle strutture è favorevole alla vita delle api. Molti sono i fattori che agiscono direttamente sul comportamento delle api.
L’ape è estremamente sensibile alla luce e il suo comportamento di volo varia in funzione della qualità e dell’intensità della luce che percepisce.
Le api vengono attirate particolarmente dalla luce diretta per cui è necessaria una particolare attenzione nel favorire la distribuzione uniforme della luce.
Le arnie poste in serre hanno bisogno di una buona areazione in quanto non sono in grado di difendersi dall’eccesso di umidità. La condensa che si forma sotto le volte e negli angoli dei tunnel di plastica è pericolosa perché le api che vi si posano si bagnano le ali ed il corpo, cadono a terra e possono morire.
Anche le alte temperature giocano un ruolo importante nell’ efficacia del servizio di impollinazione. La massima temperatura sopportabile per le api non deve superare i 40 gradi, per cui è necessario collocare alcuni recipienti, contenenti acqua, all’interno delle serre per garantire l’abbeveraggio.
Come visto il servizio di impollinazione svolto dalle api è fondamentale per la produzione di semi, sia di molte piante di interesse agrario che di piante selvatiche.
Per le ditte sementiere trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di difesa della coltura dagli insetti dannosi e la salvaguardia degli insetti impollinatori rappresenta un aspetto molto importante.
Per questo motivo è stato sviluppato un protocollo di intesa tra le Associazioni degli apicoltori, Assosementi e altri operatori coinvolti nella filiera (associazioni agricole, contoterzisti e venditori di fitofarmaci), in cui le parti si impegnano, fra l’altro, ad individuare i prodotti per la protezione delle piante più idonei per la difesa della coltura, e allo stesso tempo più rispettosi dei pronubi.
Questo anche attraverso l’applicazione delle migliori pratiche agricole di tutela dell’attività apistica e di quella sementiera.
Il protocollo prevede inoltre l’istituzione di un tavolo tecnico permanente, la realizzazione di strumenti informativi e l’organizzazione di momenti formativi.
Dal punto di vista pratico la salvaguardia delle api si concilia con la difesa quando:
non si effettuano interventi preventivi,
non si applicano insetticidi in fioritura o mentre le api sono in zona,
si lascia un tempo sufficiente tra il trattamento e la collocazione degli alveari,
si scelgono gli agrofarmaci meno tossici per le api e per gli altri insetti utili.
A marzo 2021 è uscita la nuova versione delle “Linee guida per la salvaguardia degli impollinatori”, elaborate dal Tavolo Tecnico previsto dall’Intesa Nazionale per le buone pratiche agricole e la difesa degli impollinatori.
L’auspicio degli apicoltori è che la collaborazione fra le parti possa svilupparsi in modo da avere un dialogo sempre più costruttivo con le ditte sementiere, tenuto conto che spesso gli agricoltori sono già clienti degli apicoltori per il servizio di impollinazione.
Loredana Barbieri e Giovanni Scozzoli